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L’efficienza energetica degli immobili influirà sempre più nella scelta di acquisto degli Italiani ?

Scenari e politiche a sostegno della transizione ecologica.

 

Questo dell’efficienza energetica è un tema che sta diventando sempre più attuale nel mercato immobiliare ed è giusto fare un approfondimento: il rispetto dell’ambiente e soprattutto il risparmio in bolletta saranno due fattori determinanti per chi si appresta ad acquistare casa.

 

Ma facciamo un passo indietro: era il 2013 quando con il Decreto Legge 63 veniva resa obbligatoria, per la compravendita o per la locazione di un immobile,  la redazione dell’Attestato di Certificazione Energetica (ACE), il documento che descriveva le caratteristiche energetiche di un edificio, di una abitazione o di un appartamento. L’ACE era uno strumento di controllo che sintetizzava con una scala da A a G le prestazioni energetiche degli edifici.

Dal 2015 poi l’ACE viene sostituito dall’APE – Attestato Prestazione Energetica, nuovo documento che uniformerà le modalità per calcolare quanta energia viene consumata per il funzionamento gli impianti per il riscaldamento, il raffrescamento, la ventilazione meccanica e la produzione di acqua calda sanitaria.

 

Sono quindi quasi 10 anni che l’introduzione di questo strumento sta attirando l’attenzione degli italiani su questi parametri, condizionando la loro scelta di acquisto o locazione.

 

Tutto ciò è rilevato anche da un sondaggio, commissionato recentemente dalla Comunità Europea, dove emerge che nei prossimi 5 anni sempre più persone acquisteranno e prenderanno in affitto gli immobili prestando particolare attenzione all’efficienza energetica.

 

I risultati del sondaggio hanno esplicitato che oltre il 90% delle persone intervistate acquisteranno o affitteranno una casa solo se l’immobile sarà dotato di specifiche caratteristiche di sostenibilità, sia per il rispetto dell’ambiente che per il risparmio energetico: in particolare vengono considerati l’isolamento termico ed i sistemi di riscaldamento che sfruttano energie “pulite”.

Le abitazioni di nuova costruzione e molti immobili ristrutturati di recente che hanno potuto usufruire dei recenti Bonus Edilizi, hanno già una classe energetica elevata e soddisfano queste esigenze: sono infatti molto ricercate in quanto consentono un immediato risparmio sui consumi ed i relativi costi delle utenze, elementi molto caldi in questo periodo considerando i recenti aumenti.

 

Ma il numero di immobili disponibili sul mercato attuale non sono adeguati a rispondere a tale richiesta: infatti la stragrande maggioranza del patrimonio immobiliare nazionale è obsoleto rispetto alle caratteristiche di efficienza energetica richieste, con oltre il 70% degli immobili in classe energetica  F o G.

Da qui la necessità di politiche più orientate al rispetto dell’ambiente ed alla transizione energetica: da una parte imporre la adozione di sistemi di isolamento termico e di riscaldamento alimentati con fonti di energia rinnovabile per tutte le nuove costruzioni, dall’altra attuare tutte quelle misure di sostegno per consentire ai privati di ammodernare le proprie abitazioni.

 

Per quanto riguarda le nuove costruzioni, nella nuova direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, la Commissione Europea sta già decretando nuove normative in merito alla costruzione di nuovi edifici pubblici che già a partire dal 2027 dovranno essere a emissioni zero e alimentati da fonti rinnovabili.

 

Per le vecchie costruzioni, grazie alla politica dei Bonus Edilizi, negli ultimi due anni si sono fatti ingenti passi in avanti proprio perché per usufruire di tali Bonus bisognava dimostrare che gli interventi apportati ai fabbricati portassero all’aumento di almeno due classi energetiche.

 

Tuttavia negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un forte rallentamento del Governo su tali iniziative, e ciò a mio avviso non contribuisce ad accelerare quella transizione ecologica a cui tutti miriamo.

Ovviamente ci sono state le ovvie dimostranze di tutte le associazioni di categoria che hanno protestato vivamente contro questa scelta, oltre alle forze politiche che avevano promosso l’adozione di tali Bonus.

Non si può pretendere di voler raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica concordati con la Comunità Europea eliminando quei contributi che consentirebbero a tantissimi privati di valorizzare il patrimonio immobiliare nazionale provvedendo al ripulimento delle facciate condominiali, all’isolamento termico dei fabbricati , alla sostituzione delle vecchie caldaie per il riscaldamento con la installazione di pannelli solari, alla sostituzione degli infissi solo per citare gli interventi più comuni, ma che comunque hanno dato un impulso vitale al settore edilizio e, di conseguenza, al settore immobiliare, da sempre due settori trainanti per l’economia nazionale.

Dovranno sicuramente essere migliorate le procedure, bisognerà aumentare i controlli per evitare le frodi dei soliti “furbetti”, e accrescere la sorveglianza per evitare gli aumenti dei materiali, ma eliminare gli incentivi sarebbe un colpo durissimo che tutto il settore edile non riuscirebbe ad assorbire.

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